giovedì 16 agosto 2012

IL BEACHTENNISTA SOTTO STRESS

Guardando diverse partite di Beach Tennis, di vario livello, si nota che il comportamento e la condotta dei giocatori in campo, nei momenti di tensione, sono riconducibili, fondamentalmente, solo ad alcuni atteggiamenti specifici. Questo è il risultato che ha lo stress "sportivo" ha sul nostro cervello. Più precisamente è la paura, una delle nostre emozioni ancestrali, che limita maggiormente la nostra prestazione. 


Una partita, di qualsiasi sport, è un conflitto formale per il primato. La paura di perdere ed il disagio  potenziale che ne scaturisce, come perdere parte del proprio status, assumersi le responsabilità personali sulla sconfitta ... , ci rendono non piacevole perdere qualsiasi partita che sia per svago o per agonismo. La paura nello sport non aiuta mai e quando questa sovrasta gli stati di positività genera stress che può condurre a diversi stati d'animo riconducibili a:

Rabbia

Ricerca di attenuanti


Delusione



con indubbi effetti negativi sullo stato fisico e sulla prestazione. In più nel Beach Tennis, essendo uno sport di coppia, rischiamo di trasmettere i nostri stati negativi al compagno compromettendo seriamente il risultato della competizione. 
La rabbia è una reazione allo stress, ossia quando pensiamo di subire una pressione con la quale non possiamo competere. Ricordiamoci che un campione non si "arrabbia" mai, mantiene sempre la calmo ed il controllo.


La ricerca di attenuanti è un modo per scaricare le proprie responsabilità sugli altri. E' comune a molti giocare, in battuta, il killer point per non perdere, facendo un pallonetto per affidarsi all'eventuale errore degli altri piuttosto che tirare un servizio vincente. Un buon giocatore non trova scuse ma si prende delle responsabilità.


La delusione ci rende un po' simili alla volpe di Esopo che rinuncia all'uva perché acerba e non perché non riesce a raggiungerla. Questa sensazione ci porta a "mollare" la partita prima che finisca quando le cose si mettono male invece che giocare punto su punto.


Statisticamente se si guarda un tabellone di un torneo importante si vede che delle quattro coppie semifinaliste una o due hanno giocato almeno un tie-break se non di più. Da questo si evince che bisogna lottare fino in fondo, punto su punto restando concentrati fino all'ultimo servizio. Usate l'ansia e la paura a vostro favore trasformatela in nervosismo, molti atleti quando sentono irrigidirsi i muscoli ed aumentare il battito cardiaco solo allora si ritengono pronti al match e sono convinti che solo sentendo queste sensazioni riusciranno a tirar fuori la grande prestazione.

"E' importante distinguere tra paura e nervosismo. Mentre la paura è uno stato mentale sempre negativo, il nervosismo è uno stato fisico che può veramente migliorare il gioco." Andy Murray.

"Ci sono due tipi di nervosismo nel tennis: il nervosismo negativo per il quale ti puoi paralizzare, fare un gioco inibito o avere il braccetto, il nervosismo buono che è un segno che la partita che stai per giocare vuol dire tanto per te - un segno che non vedi l'ora di scendere in campo per cimentarti con l'avversario, anche se non è garantito che tu vinca." Pete Sampras.

"Capire i tuoi brividi, decifrare quello che dicono sul tuo stato mentale e fisico è il primo passo per farli funzionare a tuo vantaggio." Andre Agassi


Buon Beach Tennis a Tutti

DiM